http://twitter.com/#!/Dukko/status/141932185027489792
Come potete notare, ieri sono stato alla presentazione del social network Diaspora* alla Nardini Bookstore, alle Murate di Firenze, evento promosso dal forum culturale di Sinistra e Libertà (il tweet è ironico, il ritardo era minimo, ma ci stava).
Come illustrano questi tweet di Regolo, la presentazione parte con alcuni difetti di fondo:
http://twitter.com/#!/Regolo/status/141936972083101696
http://twitter.com/#!/Regolo/status/141949587610013696
Quando si presenta un prodotto, come in questo caso il social network Diaspora*, non è mai buona cosa iniziare attaccando la concorrenza, elencandone i difetti. Prima si presenta il prodotto, elencandone pregi e differenze, e poi solo alla fine si può, scherzando, sottolineare i difetti altrui. È una scelta stilistica che secondo me è fallimentare, un grave errore di comunicazione.
I due presentatori, Paolo Tacconi e Vittorio Cuculo, entrambi membri della comunità italiana di Diaspora*, hanno illustrato piuttosto bene il social network open-source, volendo sorvolare sul tema di fondo che è riassumibile in “Facebook fa schifo ed è cattivo“. Hanno sottolineato soprattutto un paio di aspetti importanti, che rendono Diaspora* molto diverso dalla concorrenza: i POD criptati mulipli e la sua natura open-source.
I POD multipli, cioè Point of Distribution, i server del sito insomma, sono un’infinità, anche perché è facile aprirne uno personale. Ogni POD ha un indirizzo diverso, rendendo un’eventuale censura quasi impossibile. Inoltre, ogni POD, per essere riconosciuto da Diaspora*, deve criptare sia la comunicazione che i messaggi stessi tra i vari server: un doppio strato di sicurezza e dunque privacy.
La natura open-source del progetto d’altro canto assicura uno sviluppo “democratico” del social network, dove ognuno può proporre la propria idea o segnalare un guasto, informazioni che subito arrivano alle centinaia di sviluppatori dietro Diaspora*. Inoltre la sua natura open permette lo sviluppo di applicazioni con una discreta libertà, a differenza di Facebook e altri social network, le cui librerie di sviluppo sono severamente ristrette e controllate.
Non è tutto rose e fiori, però. Oltre al serio problema della mancanza di utenza (i numeri di Diaspora* sono VERTIGINOSAMENTE inferiori a quelli di Facebook, o anche di Google+, l’ultimo arrivato nei social network), è sorta una riflessione sulla sicurezza proprio durante la presentazione.
http://twitter.com/#!/Regolo/status/141952431402655744
Come sottolinea Regolo, non essendoci contratti e termini di servizio, consegniamo i nostri dati in buona fede a persone che non hanno alcun vincolo sul rispetto della nostra privacy. A questo punto, secondo me, è meglio affidarsi a chi dichiaratamente se ne frega della privacy: almeno sai cosa ti aspetti…
Solo il tempo ci dirà se Diaspora* avrà successo, ma di sicuro eventi come questo a Firenze mi fanno ben sperare per la mia città: per quanto abbia espresso criticità al riguardo, un evento simile può solo aiutare il mondo del social web italiano, ancora visto come qualcosa di strano (a parte Facebook, ma si sa…).
Una menzione speciale va al rappresentante di Sinistra e Libertà, che mi ha personalmente deluso tantissimo: prese di posizione su argomenti come i social network sui quali per sua personale ammissione non è familiare, giudizi sulla supposta “eticità” di Facebook e Diaspora* (ma cosa significa??)… non è così che si conduce una presentazione.
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